Sherlock 1.3: Il grande gioco

Misteriosamente da me sottovalutato alla prima visione, è cresciuto per conto suo nella mia considerazione col passare del tempo, e adesso, rivedendolo, me lo sono goduto appieno.

Pur avendo a disposizione anche il doppiaggio italiano, ho preferito passare immediatamente a quello originale. La voce italiana di Holmes, almeno a mio gusto, non si può proprio sentire.

Interessante il prologo, che poco o nulla ha a che fare con lo sviluppo della puntata, ma riesce a trasformare in commedia una chiacchierata tra Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch) e un delinquente bielorusso.

La sceneggiatura (Mark Gatiss) è un diligente collage di elementi provenienti da numerosi racconti di Conan Doyle, con l'aggiunta di particolari spuri, come il gigantesco killer slavo (John Lebar) noto con il nome d'arte di Golem, fra tutti emerge L'avventura dei progetti Bruce-Partington incrociata però ad un pericoloso gioco al massacro condotto da Jim Moriarty, che mostra di essere una specie di alter ego di Sherlock, però dedito al male.

Holmes, sotto lo sguardo sbigottito del buon Lestrade (Rupert Graves) e quello preoccupato del dottor Watson (Martin Freeman), risolve un numero impressionante di casi, per giungere ad un finale esplosivo in una piscina. Luogo topico per Moriarty, che, come abbiamo scoperto un'ora prima, ha forse fatto la sua irrevocabile scelta di campo proprio lì, venti anni prima.

Nessun commento:

Posta un commento