Ritorno alla vita

Inesplicabile titolo italiano che adatta un curioso Every thing will be fine (*) che forse ha lo scopo di rassicurare lo spettatore, che per gran parte del tempo si deve misurare con una storia (Bjørn Olaf Johannessen) che non si è ben sicuri dove stia andando a parare.

Si narra di uno scrittore, tal Tomas Eldan (James Franco), che sembra essere sin dall'inizio piuttosto depresso e con notevoli difficoltà nell'interagire con altre persone. Risolverà (forse) i suoi problemi proprio nelle ultime battute, e quindi noi ci dobbiamo preparare a sorbire le peripezie di una persona che usa come mezzo espressivo principale la scrittura. La regia (Wim Wenders) è molto intensa, e l'uso del 3D, in particolare nel finale, dove viene usato per darci un idea di quello che può essere il cambiamento del modo di vedere di chi riesce a liberarsi di un qualcosa che lo divora da dentro, è di una maestria che pochi possono vantare.

La meccanica dello svolgimento dei fatti mi ha inizialmente creato un collegamento a Rabbit hole (2010) ma le somiglianze sono superficiali. Più avanti nella visione ho pensato a
Molto forte, incredibilmente vicino (2011) di di Stephen Daldry, e qui direi che il double bill ci starebbe meglio. Anche se non so chi se la sentirebbe di affrontarlo.

Inizialmente Tomas sta con Sara (Rachel McAdams), lui è estremamente chiuso, lei, probabilmente per reazione, estremamente petulante, al punto da essere la inconsapevole scintilla che causerà una catastrofe. Questa porterà al definitivo allontanamento, ma dopo uno snervante tira e molla, della coppia, e un irrisolto avvicinamento di Tomas a Kate (Charlotte Gainsbourg) e al di lei figlio, Christopher. Passano gli anni, Tomas mantiene il suo difficile carattere, forse causato da una pesante situazione familiare, ne abbiamo qualche cenno per mezzo di quello che sentiamo dire dal padre di Tomas (Patrick Bauchau), nonostante questo riesce a costruirsi un nuovo rapporto con la bella Ann (Marie-Josée Croze) che porta in dote una simpatica figlia (Julia Sarah Stone).

Ma anche con questa nuova famiglia, le cose per Tomas non sembrano andare bene. Ann resta molto perplessa nel vedere come Tomas non riesca ad empatizzare con gli altri in una situazione drammatica, e Tomas non capisce il suo sconcerto, anche perché lui si è comportato in modo esemplare, forse anche salvando una vita. Vediamo ancora come Tomas non riesca proprio a capire quanto male abbia fatto a Sara, che reincontra molti anni dopo la loro rottura, e gli schiaffi (**) che lei gli appioppa lo colgono così di sorpresa da risultare quasi un siparietto comico.

Fortuna vuole che nel frattempo Christopher è cresciuto, e ha una scontrosa e difficile interazione con Tomas. Sembrerebbe quasi che questo episodio spinga la storia nella direzione della tragedia ma, poi, chissà come mai, va tutto bene.

(*) Andrà tutto bene. Ma Every thing dovrebbe essere Everything. Perché diamine spezzarlo in due?
(**) Invero meritati.

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