Poirot 4.2: Delitto in cielo

A mio gusto, meno riuscito del primo episodio di quest'annata (*), La serie infernale, e non tanto per colpa della sceneggiatura (**) quanto per la struttura del racconto originale di Agatha Christie (***) che segue il paradigma secondo il quale l'investigatore, che qui è ovviamente Hercule Poirot (David Suchet), scopre a nostra insaputa degli elementi fondamentali che ci verranno rivelati solo nello spiegone finale.

L'essenza della storia è semplice. In un volo tra Parigi e Londra, Madame Giselle (Eve Pearce), che campa facendo prestiti con tassi usurai, viene uccisa con del veleno. Poirot era seduto poco lontano ma, sfortunatamente, si era appisolato e corre pure il rischio di essere incriminato quando viene ritrovata una cerbottana sudamericana in un vano portaoggetti del suo sedile. In molti avrebbero motivi per volere una prematura dipartita della madama, tra cui il vero colpevole, del quale però scopriremo le ragioni solo nel finale.

Tra i punti di interesse c'è l'ambientazione parigina. Non si entra nei dettagli, sembra che Poirot si sia preso una vacanza, forse stufo di sentir parlare inglese. La produzione ne approfitta per far incontrare l'ispettore capo Japp (Philip Jackson) con un suo omologo francese della Sûreté, con qualche momento di comicità non disprezzabile.

(*) Composta da sole tre puntate, anche se tutte e tre sono doppie, per una durata di poco superiore ai cento minuti ognuna.
(**) William Humble è qui meno brillante di Clive Exton là, ma tutto sommato non fa un cattivo lavoro.
(***) Death in the clouds, 1935.

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