Legend

Non so come reagirebbe Brian Helgeland (*), temo male, ma a me questo suo film ha fatto venire in mente Fight club, con la differenza sostanziale che là il conflitto di personalità era tutto interiore, qui invece viene esteriorizzato nel rapporto tra due gemelli. L'altra differenza è che qui ci si appoggia su una storia reale, quella dei fratelli Kray (Tom Hardy) che hanno spadroneggiato nel mondo della malavita londinese per un decennio, fino al loro arresto sul finire degli anni sessanta.

Reggie Kray (Hardy) è quello bello e relativamente più sano di mente. Ron (sempre Hardy) ha complesse patologie psichiatriche che il medico curante sintetizza ad uso di Reggie descrivendolo come un pericoloso pazzo criminale. In teoria Ron dovrebbe starsene rinchiuso in un manicomio criminale per sue attività precedenti all'inizio del film, un amorevole intervento del fratello fa sì che torni in libertà così da contribuire al lavoro di famiglia. E c'è da dire che i Kray non sono dipinti come il peggio che c'era sulla piazza, ci viene rapidamente mostrata la gang dei Richardson (**) i cui metodi fanno sembrare quelli dei Kray roba da mammolette. Fortuna dei nostri vuole che una operazione di polizia spazzi via gli avversari e lasci loro il campo libero per una tumultuosa crescita delinquenziale. I Kray dominano Londra, e arrivano pure a legarsi alla cosa nostra americana, grazie all'intermediazione di Angelo Bruno (Chazz Palminteri), nonostante le perplessità dei mafiosi di oltreoceano su Ron, troppo visibile e troppo gay per il loro stile che predilige il basso profilo.

Nonostante l'evidente affetto tra fratelli la situazione non può reggere a lungo. E non tanto per la polizia, visto che il povero investigatore (Christopher Eccleston) assegnato al caso viene impossibilitato a fare il suo lavoro, causa i legami inconfessabili tra i Kray e la politica. Un problema è la tensione di Reggie tra l'attività di gangster, che gli piace un mucchio, e le perplessità di Frances (Emily Browning) che vorrebbe che suo marito non rischiasse tutti i giorni la galera. L'altro problema è la instabilità mentale di Ron, che lo porta a commettere azioni assurde, truculente e, in fin dei conti, autodistruttive.

(*) Sua la regia e la sceneggiatura, basata sulla biografia scritta da John Pearson.
(**) Il cui capo è impersonato da Paul Bettany.

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