Father, vendetta sanguinaria 1 - 3

Su consiglio di The storyteller (AKA @neweraclea), mi sono guardato i primi tre episodi della web series di Paolo Pietro Moro.

1: Peter e Bob

Atmosfera da incubo, fotografata in bianco e nero, o meglio, con colori così desaturati da lasciare solo una gamma di grigi. Peter (Andrea Pergolesi) e Bob sono in auto (*). Il secondo, molto chiacchierino, cerca di fare amicizia, allude ad un impiccio da cui Peter l'avrebbe cavato fuori, lasciandosi scappare parole che lo qualificano come brutta persona.

Dopo un lungo silenzio, Peter racconta a Bob una storiella di quelle, ben poco rassicuranti, che di solito in un racconto hard-boiled quello con la pistola scodella a chi dalla parte sbagliata della pistola, subito prima di far cantare l'arma. E infatti l'arma canta e tanti saluti a Bob.

Salto di scena, siamo in una clinica, dove Lei (Giulia Briata), presumibilmente una psichiatra, sta cercando di ricostruire cosa sia successo a Peter, che è emerso recentemente da un lungo coma.

Non ho capito se l'audio pessimo sia una scelta stilistica, a rafforzare il senso di confusione di Peter, o se si tratti di un problema tecnico.

2: Peter

Lei induce, con una facilità sospetta, un sonno ipnotico in Peter, che riprende il suo racconto, ma facendo un passo indietro rispetto alla prima puntata. Scopriamo così come Peter abbia incontrato Bob. Stava infatti per ammazzare con un colpo di pistola alla nuca un tale che aveva tirato fuori dallo scomodissimo bagagliaio della sua macchina quando delle urla femminili lo hanno spinto a desistere dalla sua azione. Arriva Bob, Peter malvolentieri gli dà un passaggio.

3: Peter e Mr Z

Finito il flashback della seconda puntata, si torna a dove eravamo arrivati alla fine del primo episodio. Peter ha sparato a Bob, abbandona la macchina (**), cammina su una strada di campagna, incontra Mr Z, lo prende a schioppettate e gli chiede che ne è stato di suo figlio. Z. e altri devono aver fatto qualcosa di molto brutto, e sembra che questo abbia messo Peter in modalità omicida/vendicativa.

Concludendo, mi è ancora impossibile dire che ne penso della storia. La brevità degli episodi non è tale da permettere approfondimenti e, a questo punto, l'unico personaggio che ha un qualche spessore è quello di Peter, di cui pure non sappiamo ancora quasi niente. Il mio timore è che si prosegua in direzione tarantiniana, con ammazzamenti vari e poca sostanza. La speranza è che Moro abbia pensato ad uno sviluppo più solido.

(*) Credo sia una Fiat 124 Sport Coupé prima serie. Il che mi ha fatto pensare che la storia fosse ambientata sul finire degli anni sessanta o nei primi anni settanta. Poi, in (3), è apparsa con mia gran sorpresa una vettura a noi contemporanea.
(**) Nel bagagliaio è rimasto il tapino che era sul punto di venir giustiziato in (2), che si deve essere ben guardato di ricordare la sua esistenza a Peter.

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