Poirot 2.1: Il pericolo senza nome

Il racconto originale di Agatha Christie è così complicato che per portarlo sul piccolo schermo hanno dovuto renderlo in due episodi. La conversione è piuttosto fedele, persino più del solito, ne fa le spese solo un personaggio secondario, che in effetti è comunque assolutamente marginale e che avrebbe dato un tocco pulp abbastanza fuori luogo, visto che qui si tende più all'autoironia.

Oltre ad essere complicata, la trama è anche costellata di elementi improbabili, evidentemente messi lì dalla Christie per rendere torbide le acque della investigazione di Hercule Poirot (David Suchet). Il quale, se è vero che alla fine svelerà l'arcano, inizialmente prende un bel numero di cantonate. Io non mi sono impegnato più di tanto nel seguire l'involuta trama gialla, mi sono invece goduto la caratterizzazione comica del piccolo investigatore belga e la solita bella ricostruzione d'epoca.

Come spesso accade, Poirot è in vacanza. Questa volta in un bell'albergo in Cornovaglia con il fido capitano Hastings (Hugh Fraser). Fanno casualmente conoscenza di Magdala Buckley (Polly Walker), nota a tutti con il nomignolo di Nick, ereditiera spiantata che vive in una splendida magione su una punta nella costa. Sembra che qualcuno stia attentando alla sua vita, ma costui deve essere un incapace assoluto, e Nick non sembra dia molto peso alla cosa.

Interviene Poirot, ma le cose peggiorano. C'è un altro attacco e a morire non è Nick, ma la di lei cugina, Maggie Buckley. Segue poi un altro attento che questa volta sembra colpire il bersaglio annunciato. Alla fine a Poirot si accende una lampadina e uno spiegone finale mette a posto tutto quanto.

Interessante notare come praticamente tutti i personaggi siano di classe elevata ma pericolosamente a corto di pecunia. Sembra che sia cosa comune essere tenuti a galla da uno zio danaroso.

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