L'uomo che verrà

Martina (Greta Zuccheri Montanari) ha avuto la sfortuna di nascere alla metà degli anni trenta del secolo scorso in una famiglia contadina sulle pendici del Monte Sole, nel bolognese. Come se questo non bastasse, gli è pure morto tra le mani un fratellino neonato, causandole un comprensibile shock che si è tradotto in un ostinato mutismo che nulla sembra riuscire a vincere.

La già difficile lotta per la sopravvivenza è resa ancor meno sopportabile dalla guerra in corso. I tedeschi requisiscono quello di cui hanno bisogno, per che decidono sia un giusto prezzo, i partigiani non sono da meno, segnando quello che prendono con la promessa di pagare a tempo debito. La famiglia di Martina si arrabatta come può, gli uomini vorrebbero andare a cercare lavoro altrove, a Bologna, Milano, magari nella mitica America, ma sono legati alla terra da rigidi regolamenti governativi. Le donne avrebbero più libertà di movimento, e la zia Beniamina (Alba Rohrwacher) ogni tanto ne approfitta per andare a Bologna, cosa che sua madre vede molto male. I genitori di Martina, Lena (Maya Sansa) e Armando (Claudio Casadio), la seguono come possono, ma la piccola passa gran parte del tempo per conto suo, osservando dal suo punto di vista tutti gli strani accadimenti che le si parano davanti.

Nell'autunno del '44 le arriva un nuovo fratellino, che lei sembra vedere come un modo per riscattare la morte dell'altro, però arriva anche l'operazione militare tedesca che verrà ricordata come eccidio di Monte Sole o, più comunemente, come strage di Marzabotto. Il mondo sembra essere completamente impazzito, e viene da pensare che non ci sia più un futuro più degno di questo nome. Ma Martina non sembra d'accordo, e riesce a trovare ancora una fiammella di speranza.

E' il primo film di Giorgio Diritti che vedo, più noto per Il vento fa il suo giro. Mi avevano detto di tenere a mente il riferimento con Ermanno Olmi, e in effetti ci ho visto la stessa attenzione quasi-documentaristica alla storia narrata, seguendo tematiche minori, per quanto, come in questo caso, si vadano a legare a fatti di conoscenza generale.

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