La pietra di Mazarino

Ecco, questo deve essere il peggiore episodio delle avventure di Sherlock Holmes tra tutti quelli prodotti dalla Granada. A parziale discolpa della produzione bisogna tener conto che il crollo psico-fisico di Jeremy Brett ha causato un repentino aggiustamento della sceneggiatura, e abbiamo così che Mycroft Holmes (Charles Gray) si vede costretto ad abbandonare la sua comoda poltrona al Diogenes Club per seguire una delicata indagine che sarebbe toccata al fratellino, se questi non avesse abbandonato Londra in cerca della tranquillità sulle Highlands.

Però il problema è molto più profondo, ha le sue radici nel racconto di Conan Doyle, debole e poco originale, conversione di uno dei rari tentativi (non riusciti) di Conan Doyle di portare il suo personaggio più noto sulla scena teatrale. Per dargli maggior sostanza si è scelto di fondere nella sceneggiatura un altro racconto, L’avventura dei tre Garrideb, che però non è nemmeno lui un granché, evidente rielucubrazione sul tema che era già stato meglio sviluppato ne La lega dei capelli rossi.

Ci sono parti simpatiche, come la bizzarra famiglia Garrideb che rischia di far diventar matto il dottor Watson (Edward Hardwicke), ma ne sconsiglierei la visione a chi non abbia già avuto modo di vedere qualche altra decina dei precedenti episodi.

Il perfido conte Sylvius (Jon Finch) ruba una pietra preziosissima che era stata promessa alla Francia, legittima proprietaria. Una crisi diplomatica è dietro l'angolo, e Sherlock dov'è? Irraggiungibile in vacanza. Mycroft ha un per niente caratteristico sprazzo di attività e in breve identifica il malfattore. La pietra però, dove sia nessun lo sa. Inoltre Sylvius, sententosi il fiato sul collo, tenta di scatenare una trama alternativa che dovrebbe distogliere l'attenzione del sostituto detective. Succede così che un americano, tal James Winter (Gavan O'Herlihy) si spacci per John Garrideb e convinca Nathan Garrideb (Richard Caldicot) che se riescono a trovare un terzo Garrideb (*) potranno dividere tra loro una fantastica eredità di un ricco Garrideb d'oltreoceano. Storia evidentemente farlocca, ma si sa che la speranza gioca strani scherzi.

(*) Rigorosamente maschio, e quindi le sue due sorelle non fanno testo.

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