I tre frontoni

Ultima blocco della lunga serie Granada dedicata alle avventure di Sherlock Holmes, a cui è stato dato il titolo di Le Memorie di S.H., continuando la pratica di mescolare le carte rispetto agli originali di Conan Doyle. Una sola stagione di soli sei episodi, quando c'era da scegliere ancora tra una ventina di storie originali. In particolare è restato fuori dalla serie Uno studio in rosso, primo racconto in cui si è creata la coppia Holmes-Watson. Purtroppo la ragione è da ricercarsi nella salute di Jeremy Brett, che già era declinante nelle ultime annate ma che in questa ultima serie è da spavento. Nonostante questo, grazie anche alle sceneggiature che vengono adattate per ridurre il carico di lavoro del protagonista, il risultato è accettabile e, in certi casi, ammirevole. Anche se resta il dolore nel vedere Brett così evidentemente affaticato.

L'avventura trattata in questa puntata, che da noi è nota anche col nome originale, che poi è il nome della villa al centro dell'intrigo, Three Gables, sarebbe centrato sulla bizzarra richiesta di un ignoto che vorrebbe comprare la proprietà, incluso tutto quello che contiene. La proprietaria, che in questa versione è una gentil vecchietta (*), immagina che ci sia qualcosa di losco e chiede lumi a Sherlock Holmes. Costui, che nel frattempo era stato minacciato da un pugile uso ad arrotondare eseguendo pestaggi per conto terzi (Steve Toussaint), affinché non si impegnasse in casi che lo portassero in quella zona, non può che darle ragione.

Un minimo di indagine gli basta per capire che la richiesta è legata alla morte del nipote della sua cliente (**), che in effetti, prima di morire, stava scrivendo un romanzo scandalistico, teoricamente di fantasia ma che chi era al corrente della vita londinese avrebbe fatto ben poca fatica a ricondurre a personaggi reali.

Causa i sopradescritti problemi, si è deciso di aumentare a dismisura il tempo dedicato all'antefatto, e dunque prima dell'inizio dell'indagine noi già sappiamo che il cattivo di turno è una donna, e che donna, una avventuriera che si fa chiamare Isadora Klein ed è interpretata da Claudine Auger, già Bond girl in Thunderball. Il che rovina un po' l'equilibrio del racconto.

Il povero Watson (Edward Hardwicke) viene picchiato di santa ragione, però in compenso la figlia (dell'attore, non del personaggio, Emma Hardwicke) ha modo di apparire in un ruolo minore.

(*) Mary Ellis, ultranovantenne. Dopo quest'ultima fatica si è ritirata dalle scene, per spegnersi solo dopo un decennio.
(**) In originale era il figlio. Probabilmente la produzione ci teneva a dare il ruolo alla Ellis, e così si è adattata la sceneggiatura alla attrice.

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