Stardust

L'unica spiegazione ragionevole al fatto che io abbia scoperto solo ora che l'omonimo romanzo fantasy di Neil Gaiman è stato trasformato in film è che qualcuno mi abbia colpito con un maleficio, quale quello usato da Lamia (Michelle Pfeiffer) su Uggiosa Sal (Melanie Hill). Il lato positivo è che, essendo passato molto tempo dalla lettura, mi sono maggiormente divertito a indovinare se le discordanze che notavo erano dovute a mancanze nella mia memoria o a variazioni di sceneggiatura.

La storia originale è piuttosto intricata, e Matthew Vaughn, sceneggiatore (*) e regista, ha tagliato e aggiustato molto sia per riuscire a stare in un paio d'ore sia per adattare i personaggi al cast. Il risultato è discontinuo e poco chiaro in alcuni passaggi, consiglio perciò di leggere prima il libro. Anche dove le differenze sono sostanziali, le informazioni aggiuntive rendono molto più comprensibile anche il film.

Sostanzialmente si narra di un ragazzotto, Tristan (Charlie Cox), che vive in un villaggetto inglese ottocentesco in cui c'è ben poco di interessante, a parte Victoria (Sienna Miller) e una curiosa muraglia che il folklore locale vuole separi il nostro mondo da un mondo di favola.

Per far colpo su Victoria, le promette in omaggio una stella cadente che i due hanno visto precipitare proprio in direzione dell'altro mondo. Quello che Tristan non sa è che nel mondo fatato le stelle sono donne, quella in particolare si chiama Yvaine (Claire Danes). Non sa altre cosette, come ad esempio che Yvaine è caduta sulla Terra per colpa del re locale (Peter O'Toole) che, essendo moribondo, deve per tradizione trovare il modo di far sì che uno solo tra i suoi figli maschi sopravviva e ne prenda il posto. O che ci sono tre sorelle streghe, tra cui la sopra citata Lamia, che ambiscono a impossessarsi del cuore di una stella.

Assistiamo dunque alla lotta per la successione tra i due principi superstiti, Secundus (Rupert Everett) e Septimus (Mark Strong); la caccia alla stella da parte di Lamia; e il percorso di crescita di Tristan che trova subito Yvaine, ma che dovrà patire non poco per tornare al suo paese e scoprire che, dopotutto, ha di meglio da fare.

Ad aiutare Tristan ci penserà sua madre, che però è asservita ad una strega, e un bizzarro pirata, il capitano Shakespeare (Robert De Niro). Lungo il suo percorso avrà anche modo di incontrare un inaffidabile mercante (Ricky Gervais), che fornisce un ulteriore variazione nello svolgimento della storia.

Il tono del racconto cinematografico è simile a quello de La storia fantastica di Rob Reiner, a parte l'inserto piratesco, che mi ha fatto pensare più ai Monty Python, vedasi ad esempio i Banditi del tempo.

*) Co-sceneggiatrice è Jane Goldman.

4 commenti:

  1. Lo devo ancora vedere, ma mi attira poco..

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    1. Genere favolistico autoironico. In effetti potrebbe non piacere.

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  2. A me era piaciuto moltissimo ma non avevo letto il libro. Quando ho recuperato l'opera di Gaiman era passato troppo tempo per ricordarne le differenze, quindi ho apprezzato entrambi allo stesso modo :D

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    1. Io ho preferito il libro. Il film, che pure mi è piaciuto molto, mi avrebbe convinto maggiormente se la regia avesse tenuto meno distacco dalla storia, se ci avesse creduto un po' di più. Anche se capisco che non sia facile credere alle favole.

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