Il cliente illustre

Madamina, il catalogo è questo
delle belle che amò il padron mio


Spiega Leporello ad una allibita Donna Elvira nel Don Giovanni, capolavoro di Lorenzo da Ponte e Wolfgang Amadé Mozart. Il buon Leporello ha un rapporto bivalente col suo padrone, che lo ricambia con altrettanta scostanza, e non saprei dire se il catalogo lo ha compilato con ammirazione o disgusto. Fatto è che Donna Elvira non può che vacillare nello scoprire che il suo amato ha la necessità di sedurre ogni donna entri nel suo orizzonte visivo.

Un malato, dunque. Che non riesce ad evitare di provarci con chiunque, purché porti la gonnella.

Eppure il barone Gruner (Anthony Valentine) lo prende a modello, al punto da mantenere lui stesso il catalogo dongiovannesco, che, anche se non è all'altezza del prototipo, ha di che lasciar basito il lettore. Deve esserci in questo una specie di desiderio autodistruttivo, perché è evidente che prima o poi quel resoconto delle sue avventure varrà come una confessione di una vita sprecata.

C'è da dire che il barone fa maggiore attenzione per altre sue attività che sono sanzionabili anche penalmente. Lo vediamo infatti subito all'inizio del racconto eliminare la baronessa, e scopriamo poco dopo che ha congegnato la cosa in modo da renderla una specie di incubo diplomatico. I Gruner, austriaci, erano in vacanza in Svizzera, e il barone ha fatto in modo di spingere la moglie in un burrone sul passo dello Spluga, proprio sul confine italiano. Per maggior sicurezza, poi, ha provveduto a far sparire l'unico testimone.

Un brutto personaggio, non c'è che dire, ma non sarebbe di pertinenza holmesiana se non fosse che il barone decidesse di stabilirsi a Londra, e infine di circuire Miss Violet Merville (Abigail Cruttenden), figlia di un importante generale britannico. A portare il caso all'attenzione di Sherlock Holmes (Jeremy Brett) è un nobile che dice di agire per conto di altri di cui non può fare il nome, e siamo quindi portati a immaginare che sia qualcuno molto ma molto in alto.

Il problema sembra essere irresolubile. La Merville è abbacinata dal barone e non vuol sentir ragione, non badando nemmeno la testimonianza della precedente amante, Kitty Winter (Kim Thomson), che è stata usata, menomata (*) e abbandonata dal perfido barone. Inoltre il Gruner non ha problemi nell'usare metodi malavitosi, tentando prima di eliminare la Winter, e poi addirittura Holmes, che viene brutalmente malmenato quasi in stile hard-boiled.

Sarà proprio il catalogo di cui sopra, abbinato all'altra passione del barone, che è noto come grande esperto e collezionista di ceramiche, a dare ad Holmes la chiave della soluzione.

Particolare buffo. Il povero dottor Watson (Edward Hardwicke) si dovrà spacciare per un intenditore di cineserie, e verrà costretto a studiarsi grossi libroni contenenti innumerevoli nomi impronunciabili.

(*) Particolare aggiunto in questa versione, probabilmente per rendere più giustificabile il suo fiero cipiglio vendicativo.

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