L'uomo difforme

Altro titolo mal scelto dalla distribuzione italiana. In questo caso mi ha fatto pensare all'uomo in ammollo di Franco Cerri. Tratto dalla raccolta The memoirs of Sherlock Holmes, il titolo scelto da Conan Doyle è The adventure of the crooked man, solitamente reso in italiano come Il caso dell'uomo deforme. Che poi, a ben vedere, è un mezzo spoiler.

Succede che Sherlock Holmes (Jeremy Brett) viene quasi costretto dal dottor Watson (David Burke) ad occuparsi di un caso in ambiente militare. A Holmes i militari non stanno molto simpatici, e non fa nulla per nasconderlo. Watson invece ha avuto un passato come medico nell'esercito, e gli è rimasta una attrazione per le divise e la vita di caserma.

Il colonnello Barkley è morto di morte violenta e, non essendo stato per niente popolare, questo non sarebbe un problema, se non fosse che la moglie Nancy è la principale indiziata del fatto. E questo sarebbe uno scandalo per l'intera guarnigione. Purtroppo Nancy è caduta in uno stato catatonico (per comodità dello svolgimento della trama, più che altro), e quindi l'indagine deve essere condotta senza poter chiedere nulla a lei, come sarebbe invece naturale.

Seguendo certi indizi si arriva al povero disgraziato che dà il titolo all'avventura, il quale parte in uno spiegone spericolato che soddisfa il consulting detective e, devo dire, anche lo spettatore / lettore.

Come al solito in questa versione holmesiana della Granada, grande aderenza al testo, con alcune piccole varianti. Questo racconto è noto in quanto è l'unico (credo) in cui Holmes sbotta in un "Elementare!" che è invece diventato nel gergo comune quasi un suo tic. In questa versione televisiva è invece Watson a prendersi gioco di Holmes, scoprendogli nel finale un suo colpo di teatro e dicendogli che, caro Holmes, era stato elementare capire che aveva barato.

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