I 39 scalini

Sembra un po' un incrocio tra L'uomo che sapeva troppo dell'anno prima (o di venti anni dopo, nella seconda versione) e Intrigo internazionale. Anche se un po' tutto il cinema di Alfred Hitchcock ha la stessa aria di famiglia. Una volta entrati nel suo mondo ci si accorge che anche i film più diversi hanno tutti un qualcosa che li collega tra loro.

Richard Hannay (Robert Donat) è un canadese a Londra per affari. Per ingannare il tempo va a teatro dove, tra l'altro, si esibisce Mister Memory (Wylie Watson), un tale che, quasi come il Funes di Jorge Luis Borges, ricorda tutto, con una precisione inquietante. Nel mezzo dello spettacolo succede un mezzo parapiglia, e una donna piacente e misteriosa dall'accento piuttosto germanico (Lucie Mannheim) lo aggancia e gli chiede di ospitalità.

Trattasi di una spia che sta cercando disperatamente di sfuggire dalle grinfie di una organizzazione rivale, dal buffo nome che dà il titolo al film (da noi noto anche come Il club dei 39), che la vuole morta in quanto a conoscenza di qualcosa che stanno facendo che porterebbe molto danno al Regno Unito. Lei crede che il diversivo a teatro e la sua fuga all'inglese col canadese li abbia sviati, ma si sbaglia.

I diabolici 39 la eliminano e fanno in modo di far cadere la colpa su Hannay. A questo punto l'unico modo che il nostro eroe controvoglia ha per chiarire la sua posizione è esporre la loro trama. Il che non è molto facile, visto che lui sa ben poco di quello che sta accadendo, e che la polizia britannica è sulle sue tracce.

Cerca aiuto in un'altra bella donna di passaggio, Pamela (Madeleine Carroll), ma costei lo ricambia denunciandolo per ben due volte ai suoi inseguitori. Fortuna vuole che Pamela capisca il suo errore in tempo, e finisca per aiutarlo a risolvere l'intrico.

La scarsa plausibilità della storia passa completamente in secondo piano grazie al tocco lieve del Maestro che alterna piacevolmente toni da film spionistico con quelli da commedia romantica, farcendo la narrazione di quadretti con personaggi secondari che, pur avendo ognuno a disposizione solo poco tempo, riescono a guadagnarsi l'attenzione dello spettatore.

Nessun commento:

Posta un commento