The thick of it specials: Rise of the nutters

Nonostante il successo delle prime due stagioni, una serie di problemi ha impedito la realizzazione della terza stagione in tempi ragionevoli. Così nel 2007 Armando Iannucci ha avuto l'OK della BBC per due episodi speciali da un'ora l'uno. Anche per non farsi sfuggire la ghiotta circostanza dell'uscita di scena di Tony Blair, con la presa del potere di Gordon Brown.

Realtà che viene mimata dagli accadimenti di questo episodio, dove i "nutters" del titolo sono i sostenitori della fronda interna al partito al governo (non espressamente citato, ma è evidentemente il Labour). Non so bene da dove abbiano preso il nome gli sceneggiatori, ma ad un italiano dovrebbe venire automatica l'associazione alla congiura dei Pazzi contro Lorenzo il Magnifico.

Al centro dell'azione c'è sempre lo stesso ministero inesistente e marginale, che però manca del ministro Hugh Abbot (Chris Langham), in quanto in Australia al momento dei fatti (in realtà Langham è rimasto coinvolto in una brutta vicenda personale che lo ha costretto ad abbandonare l'attività per molti anni - evidentemente, al momento della realizzazione degli speciali, si sperava che il problema potesse essere superato). A sostituirlo viene chiamato Ben Swain (Justin Edwards) che, incredibilmente, riesce ad essere anche peggio del ministro titolare. In particolare fa una figura terribile in una intervista televisiva.

Novità della serie, seguiamo anche cosa succede dalle parti dell'opposizione, e ci vengono dati squarci sull'attività del relativo ministro-ombra. Cambiano alcuni dettagli, ma fondamentalmente si tratta anche lui di un povero disgraziato costretto a fare cose che non vuole fare dal suo spin doctor che però è meno violento e sboccato di quello governativo.

Punto chiave della storia è che l'innominato primo ministro è sul punto di dare le dimissioni e che Malcolm Tucker (Peter Capaldi) sta facendo di tutto per tirare più in là possibile la data. A un certo punto pare che il nostro piccolo ministero sia al centro di tutte le strategie, ne segue una gran battaglia in cui ne capitano di tutti i colori, con la solita dose di finte, tradimenti, e doppi giochi.

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