Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto

Praxis, luna del pianeta natale dei Klingon utilizzata come centro industriale, esplode catastroficamente, causando tali danni da costringere il combattivo popolo a cercare una trattativa con la Federazione. Il capitano Kirk (William Shatner) noto per il suo odio nei loro confronti viene scelto per scortare il cancelliere klingon al luogo dove si terranno i negoziati.

Succede però che l'astronave klingon venga attaccata, apparentemente proprio dall'Enterprise, e parte dell'equipaggio, incluso lo stesso cancelliere, vengano uccisi. Kirk e McCoy (DeForest Kelley), saliti a bordo per rendersi conto di cosa sia successo e portare il loro aiuto, vengono arrestati. In un battibaleno si organizza un processo, in cui l'accusa è tenuta da Chang (Christopher Plummer), generale klingon con una passionaccia per Shakespeare, e i due vengono condannati ai lavori forzati su Rura Penthe, un terribile postaccio gelido che è però ricco di dilitio.

Spock (Leonard Nimoy) usa la logica di cui è dotato in abbondanza per risolvere il mistero, scoprendo così un gigantesco complotto che unisce quei klingon, vulcaniani, romulani e terresti che preferiscono la guerra. Non basta una astronave della federazione per risolvere l'inghippo, ma fortunatamente Sulu (George Takei) non è sull'Enterprise, bensì al comando dell'Excelsior, e così può portare il suo contributo aggiuntivo.

Difficile non leggere in trasparenza una metafora sul mondo post guerra fredda, dove i klingon rappresentano i sovietici.

Ultimo episodio con il cast classico di Star Trek. Nel finale sentiamo Uhura ricevere un messaggio in cui l'Enterprise è invitata ha rientrare alla base per procedere al suo decommissionamento. Al che Spock risponde che, se fosse umano, li manderebbe all'inferno.

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