Star Trek IV: Rotta verso la Terra

Probabilmente il migliore della serie "classica", quella che vede a capo della ciurma il capitano/ammiraglio Kirk (William Shatner). Difetti, a dire il vero, ce ne sono parecchi, e un po' a tutti i livelli. Però è un film guardabile anche da non-trekkie, anche se è consigliata la vicinanza di un fan della saga che possa spiegare almeno alcuni dettagli che potrebbero risultare oscuri a chi non sia addentro ai fatti.

Merito principale del risultato credo sia ascrivere a Leonard Nimoy, che è riuscito finalmente ad avere abbastanza voce in capitolo per far valere i suoi diritti da regista (si sa che questi sono film dove a contare è la produzione, e bisogna battagliare per farsi sentire).

La storia è nettamente spaccata in due. Una parte ambientata nel presente storico, tre secoli in avanti, una nel presente della realizzazione del film. Da notare che la sceneggiatura è stata scritta da Harve Bennett (col supporto di Nimoy) e Nicholas Meyer che si sono effettivamente divisi la storia secondo il loro gusto. Bennett ha lavorato sulla parte centrale contemporanea, Meyer su quella propriamente trekkiana.

I nostri sono su Vulcano. Spock (Nimoy) ha recuperato la sua forma fisica e mentale, e il resto della ciurma vuole tornare a casa, nonostante le pesanti accuse che gravano sulle loro teste dopo quello che hanno combinato in ST3. Rinominano l'astronave klingon che hanno rubato HMS Bounty, e via, verso la Terra. Si accorgono però che è arrivata prima la solita sonda aliena che minaccia di distruggere il pianeta. In questo caso la civiltà che l'ha mandata è così avanzata che manco si accorgono dei danni che stanno facendo, è solo che la sonda assorbe tutta l'energia di quello che le capita a tiro. Inspiegabilmente, questi misteriosi alieni vogliono scambiare quattro chiacchiere con le balene terrestri, che però nel frattempo sono state relegate nell'albo degli animali estinti dalla caccia umana. L'unico modo per salvare la Terra, si decide, è fare un salto indietro nel tempo, procurarsi un paio di balene, tornare al presente e lasciare che queste si intendano con gli alieni.

Ci saranno un sacco di difficoltà e contrattempi, ma alla fine la (assurda) manovra riesce, con gran gioia di tutti. Al punto che l'equipaggio ribelle otterrà un perdono generalizzato, con l'unica eccezione di Kirk che verrà degradato da ammiraglio (grado che comunque non gli si attagliava) a capitano. Inoltre tutti quanti vengono assegnati ad una nuova astronave, la NCC-1701-A, anche lei chiamata Enterprise, e che non è altro che una versione migliorata della vecchia NCC 1701.

La parte più divertente è quella centrale, in cui i nostri devono adattarsi, per quanto possibile, ai barbari usi e costumi del fine ventesimo secolo occidentale. Giunti a San Francisco, conosceranno tra l'altro una biologa specializzata in balene (Catherine Hicks) che approfitterà della situazione per farsi trasportare tre secoli più in avanti. Tra l'altro, Kirk ci prova con lei, ma sembra che resti a bocca asciutta.

A questo film appartiene una tra le scene più note della saga, relativa all'interazione uomo-macchina. Succede infatti che Scotty (James Doohan) debba interagire con un Mac anni ottanta. Prima tenta la logica interazione vocale, che non funziona. Il dottor McCoy (DeForest Kelley) gli fa notare la presenza del mouse, e lui lo scambia per un microfono, non avendo idea di che senso abbia quella primitiva periferica. Alla fine dovrà cavarsela usando la tastiera.

Curioso notare come il titolo con cui venne presentato in Italia questo episodio mancava del riferimento a Star Trek. Precisa scelta dei produttori, che avevano notato come l'appeal trekkiano fosse inizialmente limitato agli USA, e avevano pensato perciò di nascondere il fatto che si trattasse dell'episodio di una saga nei mercati considerati meno ricettivi.

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