The World's end

L'inizio del film è la rievocazione in soggettiva della miglior giornata della vita di Gary King (Simon Pegg), narrata da lui medesimo. Ultimo giorno di scuola, dopo una breve chiacchierata con un docente (Pierce Brosnan) che Gary quasi mitizza, ma che a me sembra semplicemente disinteressato al futuro suo discepolo, mette assieme la banda di amici e si mette all'opera per realizzare l'impresa di conquistare il miglio d'oro, ovvero fare il giro di dodici pub locali, per arrivare a La fine del mondo (The World's end). Buttar giù sei litri di birra (più gli extra, non solo alcolici) non è cosa da tutti, e infatti i cinque amici non riescono ad arrivare in fondo.

Dopodiché non è successo nulla di significativo. E sono passati un paio di decenni. In più, Gary ha narrato la sua avventura ad un gruppetto che sembra qualcosa come un circolo di alcolisti anonimi (scopriremo molto più avanti nel film cosa sia), e un suo compagno di sventura gli fa notare come già la meta non è che fosse particolarmente degna di nota, ma il non averla raggiunta toglie altro interesse alla faccenda.

Deve essere questa la scintilla che spinge Gary a ritentare il colpo, un po' come i moschettieri di Dumas, se si sorvola su alcuni dettagli secondari. Con una testardaggine degna di miglior causa, Gary convince Peter (Eddie Marsan), Steven (Paddy Considine), Oliver (Martin Freeman), e infine anche Andy (Nick Frost), il più riottoso del gruppo, usando alcuni mezzucci poco ortodossi, a prendersi una giornata, recarsi a Newton Haven (che in realtà non esiste - chi voglia vedere i luoghi del film deve andare a nord di Londra, nel Hertfordshire, e visitare Welwyn Garden City e Letchworth Garden City), prendere alloggio in un B&B (gestito da Julia Deakin) e spendere la giornata camminando e bevendo.

Come ci si può aspettare, l'atmosfera è piuttosto tesa, e l'arrivo di Sam (Rosamund Pike), sorella di Oliver, acuisce ancor più la tensione (Gary ha avuto una veloce relazione sessuale con lei durante prima edizione del tour, e scopriamo ora che Steven si è sentito tradito dall'amico per questo), anche perché Gary è rimasto bloccato a quel tempo, e pensa Sam sia ancora cotta di lui (spoiler minimo, lei ha superato da tempo la delusione).

Le cose peggiorano di minuto in minuto e sembra ormai inevitabile la catastrofe, ovvero che la compagnia si sfaldi, quando succede l'incredibile. Ovvero, Gary scopre che dei bizzarri alieni stanno invadendo la Terra, hanno fatto di Newton Haven uno dei centri nevralgici della loro strategia, e hanno sostituito gran parte degli abitanti con dei cloni. I nostri eroi si ricompattano, e cercano in qualche modo di trovare una via di uscita dalla spinosa situazione, fino all'apocalittico finale.

Questa bizzarra storia è figlia della fantasia deviata di Simon Pegg e Edgar Wright (la sceneggiatura è di entrambi, la regia del secondo), ed è il terzo ed ultimo episodio della trilogia del Cornetto (nel senso proprio del ben noto gelato industriale, che pare abbia lo stesso nome in tutto il mondo), dopo L'alba dei morti dementi e Hot fuzz. Il filo comune ai tre film, oltre al Cornetto, è solo la stessa mente creativa e il nucleo principale del cast artistico. Nonostante manchi il gelato, la sit-com Spaced può esserne considerato un degno prologo.

Pegg, Frost, Wright e (sorpresa) la Deakin fanno il grande slam, e sono in tutte e quattro le istanze della trilogia estesa. Martin Freeman appare in tutti e tre i capitoli canonici, mentre Bill Nighy qui è presente solo con la voce (è il network dei misteriosi alieni).

Mi pare interessante notare come il brusco cambio di tono a metà film può essere interpretato come se la storia sia imparentata all'immaginario relativo al Doctor Who, e dunque la prima parte serva da introduzione prima di passare all'azione vera e propria, o se succeda qualcosa di altamente drammatico, a tal punto che il narratore preferisca parlare d'altro invece di quello che è davvero successo. Ovviamente io propendo per la seconda chiave interpretativa, che mi sembra più stimolante.

Spoilerando il meno possibile, noto che scopriamo gli alieni nel momento di maggior crisi per Gary, quando ormai pensa che il suo progetto sia sul punto di fallire. Sembra proprio che facciano la parte del deus ex-machina. Gary è in bagno, arrabbiato, ubriaco, e sta per tirare un pugno al muro, su di un pavimento bagnato, con il rischio, quasi la certezza, di perdere l'equilibrio e probabilmente cadere e picchiar la testa. Proprio in quel momento entra in scena un alieno (un ragazzetto che a noi sembra del tutto normale), che non degna Gary di uno sguardo, il che causa per attirare su di lui l'ira funesta del protagonista. Segue colluttazione in cui Gary ha la meglio, si scopre la natura pseudo-robotica del tale che ha, invece del sangue, un liquido blu che sembra proprio della stessa tonalità del pennarello con cui Gary segna i pub visitati. Strani rumori di fondo si sentono ora in background, come di suoni che arrivino al cervello in uno stato di semi-coscienza. Dopodiché tutto procede come Gary vorrebbe. Persino nel catastrofico finale lui riesce a ritagliarsi il ruolo che gli si addice.

Strano, no?

6 commenti:

  1. Adoro Simon Pegg e Edgar Wright! Questo film lo aspettavo da parecchio, spero solo che non sia la loro ultima collaborazione...

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  2. ...traigo
    ecos
    de
    la
    tarde
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    en
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    CON saludos de la luna al
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    ESPERO SEAN DE VUESTRO AGRADO EL POST POETIZADO DE 12 AÑOS DE ESCLAVITUD, MASTER AND COMMANDER, LEYENDAS DE PASIÓN, BAILANDO CON LOBOS, ...

    José
    Ramón...


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  3. Sei molto bravo a recensire , ma proprio dalla tua recensione, penso di non prendere in considerazione questa pellicola, dove la trama mi sembra trita e ritrita, a meno che non ci siano soprese nascoste!!
    Grazie Blabla come sempre ...
    Un bacio piovoso!

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    1. Grazie, troppo buona, Ma se fosse vero ti avrei messo quel certo interesse che invece non è passato. La prima parte in effetti non sembra un granché, e si regge quasi interamente sulle notevoli capacità comiche di Pegg. La seconda parte, anche senza accogliere le mie ipotesi interpretative è decisamente più sorprendente ma, appunto per non correre il rischio di rovinare le sorprese, ho preferito dire poco o nulla. Stai bene :)

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  4. Finalmente un pò di info in più sul film, cosa che non guasta, ma c'era una gif in giro un anno fa, con loro che si facevano una pinta, che non lasciava dubbi: andava visto, anche senza Pegg e Frost, giusto per il titolo e l'assurdo collegamento alle vicende di una compa di bevitori.

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