The karate kid - La leggenda continua

Non basta un quarto di secolo e una ben più ricca produzione (con parte dei capitali dalla Cina) perché l'originale risulti inferiore a questa versione.

La sceneggiatura è poco più di un adattamento della storia al cast e alla location principale, con altri piccole variazioni che, spesso, finiscono per rendere meno chiara la vicenda. Il protagonista non è più un ragazzino italo-americano ma poco più di un bambino afro-americano (Jaden Smith), e il trasloco è sulla rotta Denver-Pechino. La madre (Taraji P. Henson) ha un poco più di spazio, ma mi è risultata indisponente. Nonostante il titolo, l'arte marziale diventa il kung fu, e ad istruire il pivello arriva Jackie Chan. Per la regia è stato chiamato Harald Zwart, a suo agio nelle produzioni danarose, e che direi ha seguito le istruzioni dei produttori senza stare a farsi troppi problemi. A contare ho l'impressione che siano stati i produttori, tra cui Will Smith (il che spiega il mini protagonista) e Jerry Weintraub (produttore anche di tutti i precedenti karate kids).

Anche in questo Karate kid si ripete spesso che il bilanciamento è importante, eppure i produttori non si sono fatti scrupolo di sbilanciare drammaticamente la sceneggiatura ringiovanendo il protagonista che, a dodici anni, non può ragionevolmente avere una storia di amore adolescenziale. Questo causa a catena che la fidanzatina non può aver mollato il bambino che la tampina, e che dunque non si capisce perché ce l'abbia così tanto con il piccolo Smith.

Non si capisce nemmeno perché il perfido istruttore sia così fuori di testa. Nell'originale era un ex militare, che poteva aver sbarellato a causa di una overdose di disciplina, ma qui non si avanza nessuna possibile spiegazione.

Sull'altro piatto della bilancia, la qualità complessiva del prodotto è decisamente superiore, ed è sempre un piacere vedere Jackie Chan all'opera. A proposito del quale, c'è però da notare che nell'originale, una mezza dozzina di ragazzotti cercano di malmenare Pat Morita (che dopotutto sembra un innocuo vecchietto), qui abbiamo bambini che pensano di avere una qualche possibilità contro Jackie Chan! In questo caso, la guardabilità della scena sta tutta nel vedere Chan che cerca di non fare male ai suoi assalitori.

Ricapitolando, Jaden Smith perde nettamente contro Ralph Macchio, Jackie Chan batte ai punti Pat Morita, la produzione 2010 batte agevolmente quella originale, aiuta la sceneggiatura fornendole il modo (stiracchiato) di tirare in ballo notevoli attrazioni cinesi, ma la sabota costringendole a fare i salti mortali in alcuni passaggi.

Il risultato finale è, per me, un sostanziale pareggio, con una leggera prevalenza ai punti della versione 1984.

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