Killer Joe

Storia che mi ha moderatamente perplesso per l'eccesso di autocompiacimento nella rappresentazione della violenza, in particolare quella sessuale. Sceneggiatura tratta da un omonimo lavoro teatrale di Tracy Letts che mi pare a metà strada tra Tarantino e i Coen, ma che non capisco bene dove vada a parare. Regia di William Friedkin, lunghissima carriera che ha avuto il suo periodo d'oro nei primi anni settanta (quarant'anni fa!) con Il braccio violento della legge e L'esorcista, buon lavoro sia a livello di tecnica sia di gestione degli attori, che del resto ci mettono del loro.

In un Texas straccione, seguiamo la storia di una famiglia di disadattati. Il capofamiglia (Thomas Haden Church) è un imbecille, sposato in seconde nozze a una bella figliola (Gina Gershon) che lo cornifica con gran parte della popolazione, come sanno praticamente tutti tranne che lui. E non sembra che finga di non saperlo, ma che proprio non ci arrivi con il comprendonio. Due figli di primo letto, uno scapestrato (Emile Hirsch) destinato ad essere un perdente a vita (e anche breve, visto le compagnie che frequenta) e una sognante simil-Ofelia (Juno Temple) che vive in una dimensione tutta sua.

Iniziamo che il ragazzaccio è sull'orlo della catastrofe, ma pensa un piano geniale per sfangarla, ovvero uccidere la madre per incassare la polizza assicurativa. Avesse speso meno tempo in localacci equivoci, e si fosse concesso la visione di qualche buon vecchio film, come La fiamma del peccato, avrebbe saputo quale sarebbe stato il tragico finale, e forse avrebbe cambiato idea. Dato il contesto di degrado, non è sorprendente scoprire che tutta la famiglia è d'accordo, e per eseguire il piano viene noleggiato il killer del titolo (Matthew McConaughey), che ammazza su commissione nel tempo libero, mentre come lavoro fa il poliziotto.

Le cose si complicheranno ulteriormente, il bottino fa gola anche ad altri, il killer si invaghisce a suo modo della giovane di famiglia, il fratello non gradisce la rottura del legame (morbosetto) con la sorella e comincia a dubitare dell'astutezza del suo piano (ma poi, è davvero suo?), fino arrivare ad un finale da tragedia familiare.

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