Tre uomini e una pecora

Il titolo originale, A few best men, sembra strizzare l'occhio a A few good men, allusione completamente persa in italiano, visto anche che da noi il secondo è noto come Codice d'onore. Ma non è una gran perdita, dato che i due film hanno ben poco a cui spartire. La titolazione italiana rimanda invece a Tre uomini e una gamba, di Aldo, Giovanni e Giacomo, ma di nuovo senza colpire nel segno. Anche perché gli amici-protagonisti, a ben vedere, qui sono quattro.

Cast anglo-australiano a basso tasso di riconoscibilità in cui spicca però Olivia Newton-John, a trent'anni di distanza dal suo breve periodo d'oro di attrice, iniziato e finito con Grease. La stessa contribuisce pesantemente alla colonna sonora.

La storia non è particolarmente intrigante. Lui è un ragazzetto inglese, un orfano la cui famiglia è composta da tre amici coetanei e piuttosto messi male, lei un'australiana di famiglia altolocata. Si conoscono in vacanza, si piacciono un sacco, decidono di sposarsi. Tornano alle rispettive case, lui raccatta gli amici e tutti e quattro se ne vanno in Australia. Segue incontro-scontro con la famiglia della sposa, e con un bizzarro spacciatore australiano, da cui conseguono una serie di catastrofi che invero coinvolgono anche la pecora (maschio, nonostante ne venga messa in dubbio la mascolinità) citata dal titolo italiano.

Si tratta di una commedia, e dunque tutto finirà per il meglio, persino per lo spacciatore. Sceneggiatura (Dean Craig) non definibile robusta, ma dotata di molti spunti comici, ben sfruttati dalla regia (Stephan Elliott, sì, quello di Priscilla) che pure non è che si possa dire memorabile.

Umorismo che a volte punta sul pecoreccio, ma che, tutto sommato, direi che funziona.

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