Viaggio in paradiso

"Ma è Mel Gibson o Gene Gnocchi?" mi sono chiesto quando la faccia dell'australiano dalla popolarità più ballerina che esista è apparsa sullo schermo. Più avanti, le scene d'azione mostrano con un buon grado di impietosità che i tempi di Arma letale, per non dire Mad Max, sono ormai lontani.

Prima regia per Adrian Grunberg, che ha una lunga storia come aiuto regista in film tra i più inaspettati (Amores perros, Traffic, Master & commander, Apocalypto, Wall Street 2) ma che, per l'appunto, anche se alcuni momenti sono ben fatti (sequenza iniziale, con interessanti riprese dall'alto sul confine USA-Messico, ad esempio) mi pare che non regga benissimo un film intero. La sceneggiatura è una collaborazione tra il regista e il protagonista (anche produttore), e pare abbia preso forma quando Gibson ha letto di un curioso esperimento di carcerazione creativa messicano, in cui hanno simulato 1997 fuga da New York ma su piccola scala. O forse è il contrario.

Per il resto, abbiamo un tipaccio (Gibson) che ha appena fatto una rapina, è in macchina con il suo compare, già moribondo al primo minuto, entrambi sono vestiti da pagliacci, con tanto di maschere che coprono loro la faccia (ma non sappiamo perché), e si stanno dirigendo verso il Messico. Riescono rocambolescamente ad superare il confine, e il sopravvissuto viene sbattuto in galera, che risulta essere proprio El pueblito, l'esperimento carcerario di cui si diceva sopra, e fa amicizia con un ragazzino (Kevin Hernandez) destinato ad una fine orribile, e la madre. I derubati, inoltre, vogliono i loro soldi indietro, che in parte sono stati "confiscati" da poliziotti corrotti messicani, in parte sono dove tutti (tranne chi li cerca) sanno dove sono.

Negli USA il film non è ha trovato una distribuzione in sala, ed è andato direttamente in pay TV. Anche il titolo è stato in dubbio, inizialmente rilasciato come How I spent my summer vacation (Come ho passato le mie vacanze estive), è diventato poi Get the gringo. Non soddisfatta di nessuno dei due titoli, la distribuzione italiana ha deciso di inventarsene un terzo.

Tenendo conto di tutto ciò, il risultato non è poi malaccio, una sorta di film alla Robert Rodriguez, ma meno esagerato.

2 commenti:

  1. Non sei il primo, in effetti, a parlarne non benissimo ma comunque in positivo.
    Quando verrà distribuito in DVD o in TV ci farò un pensiero.

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    1. E direi che sintetizzi bene quello che è anche il mio pensiero.

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