Killer elite

Siamo dalle parti di Bourne, ambientazione anni ottanta, un killer semiufficiale (Jason Statham) viene richiamato al lavoro, usando come esca il suo maestro (Robert De Niro). Dovrà ammazzare alcuni ex-agenti dell'SAS che in passato avevano ucciso i figli di uno sceicco arabo, se lo vuole rivedere vivo. Dall'altra parte della barricata si trova il capo operativo (Clive Owen) di una struttura segreta che dovrebbe difendere gli ex-agenti inglesi da simili sorprese.

La situazione sembra già tortuosa così, ma nel corso delle due ore del film le cose diventeranno ancora più complicate, a causa di diversi interessi (e disinteressi) in gioco.

La strutturazione, gli inseguimenti, e forse anche la presenza di De Niro (non male qui, anche se in una parte piccola), mi hanno vagamente ricordato Ronin, con le dovute scuse a John Frankenheimer, visto che Gary McKendry, alla sua prima vera regia, pur impegnandosi non è al livello.

La parte simil-romantica con Yvonne Strahovski nella parte della paesana australiana mi pare un inutile appesantimento della storia. Direi anche che Statham patisce il rallentamento dell'azione e l'assenza di uno spessore disincantato/divertito del suo personaggio.

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