Control

Ero un ragazzetto. Un giorno un mio compagno di scuola entra in aula e mi dice che è morto Ian Curtis, il leader dei Joy Division. Ai tempi non c'era internet e, per dirla tutta, non è che i Joy Division fossero molto noti in Italia. Per questo ora penso che forse la notizia mi potrebbe essere arrivata con un notevole ritardo, forse dopo l'uscita del secondo e postumo album.

Fu uno shock notevole. I Joy Division rappresentavano il passaggio dal punk dei Clash, potente nella sua forza distruttiva ma che non mi pareva un terreno adatto su cui costruire qualcosa, ad un nuovo territorio, ancora inesplorato ma promettente. E infatti oggi si sente come le loro sonorità siano state riprese nei decenni successivi.

È un rapido ripasso sulla breve vita e carriera musicale di Ian Curtis, basata sulle memorie della vedova. Alla regia uno gran fan della band, Anton Corbijn, suo primo film per il grande schermo, dopo una lunga carriera al seguito di band come gli U2. In seguito dirigerà The american ma qui resta in bilico sul documentarismo, anche se la bella fotografia e qualche interessante movimento di macchina lasciano già capire quali siano le sue potenzialità. L'uso del bianco e nero direi che ben si abbina al low-cost e ai toni piuttosto deprimenti che traspirano dalla vicenda.

Notevole l'interpretazione di Sam Riley, che rende benissimo il personaggio di Ian Curtis. Nel ruolo della fidanzata, moglie e infine vedova (una santa, visto il carattere di lui), Samantha Morton.

Nessun commento:

Posta un commento