Real steel

Sceneggiatura basata su di un racconto di Richard Matheson, tra i produttori spiccano i nomi di Steven Spielberg e Robert Zemeckis, musiche originali di Danny Elfman. Sapendo tutto ciò, si può andare incontro a questo film mitigando le preoccupazioni di trovarsi davanti un clone della temibile serie di Transformer.

E in effetti, i robottoni combattenti di Real steel sono solo accessori ad una storia ben articolata e sviluppata con diligenza da Shawn Levy, regista non noto per una espressività memorabile, ma comunque capace di gestire budget notevoli senza far danni.

Niente di particolarmente innovativo nella trama, un adulto che non è riuscito a diventar grande (Hugh Jackman), ex pugile a cui hanno sottratto lo sport sotto i piedi (siamo nel 2020, e i combattimenti ora li fanno solo i robot) che campa malamente manovrando, altrettanto malamente, i suddetti robot, scopre di avere un figlio undicenne. Nel giro di poche settimane dovrà costruire un rapporto con il ragazzino, scoprire di non essere un fallito, e magari riuscire pure a mettersi assieme al bel pezzo di figliola (Evangeline Lilly) che lo sopporta da anni senza protestare.

L'aspetto fantascientifico e le scazzottate tra robot sono rese in modo funzionale e tutto sommato piacevole, anche se non è che si possa dire che il realismo sia di casa. Molta pubblicità, qualche spiacevole ingenuità nella trama, ma tutto sommato un prodotto accettabile.

1 commento:

  1. Nuovo premio per BlaBla: il "My beautiful lipstick" :) Congratulazioni http://componenteinstabile.blogspot.it/2012/04/ho-vinto-il-premio-my-beautiful.html

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