L'amore è una cosa meravigliosa

Polpettone sentimentale blandamente razzista che però ha alcuni momenti memorabili che lo riscattano.

Il racconto visuale di Hong Kong anni cinquanta, ad esempio. La focosa scena di sesso tra i due protagonisti (un William Holden poco in parte e una piacevole Jennifer Jones che ha alcuni momenti, un paio di espressioni, che da sole valgono la visione del film). Uhm, forse è meglio se spiego che nella scena in questione in realtà non si vede niente, va tutto immaginato, e l'azione viene resa con due sigarette. Un modo geniale di aggirare la tremenda censura americana di quei tempi. E poi c'è anche un finale che è esattamente l'opposto del lieto fine hollywoodiano che, perdinci, mica tutte le storie devono per forza finire bene.

Tra i numerosi aspetti negativi ci metterei: l'incolpevole Jones, che tutti gli altri personaggi prendono per cinese (il personaggio lo sarebbe per metà, invero) mentre lei evidentemente di cinese non ha assolutamente nulla; un paio di tirate anticomunista (in versione cinese) che fanno appisolare; la colonna sonora che consta principalmente della ben nota canzonetta ripetuta sino alla nausea in svariate salse; la recitazione di Holden che non mi pare in uno dei suoi ruoli più riusciti.

Non un capolavoro, dunque, ma per chi abbia voglia di tormentarsi su una triste storia di amore tra una dottoressa (nell'accezione medica del termine) cinese (anche se non sembra) e un giornalista americano, potrebbe anche andare.

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