The social network

Sceneggiatura così fitta di dialoghi che per un attimo ho pensato fosse stata scritta da francesi. Però il tema è quello del successo, valutato in milioni (anzi miliardi) di dollari, e quindi torniamo rapidamente negli USA.

Buona la regia, David Fincher non è certo l'ultimo arrivato, e abbastanza piacevole la colonna sonora, ma senza eccessi.

Come credo tutti sappiano, si tratta di una versione romanzata della nascita di Facebook, con i vari problemi legali collegati. In pratica una scusa per ripetere lo stereotipo del nerd di successo che fa una montagna di soldi ma non sa che farsene. In questo caso il nerd è Mark Zuckerberg, interpretato da un Jesse Eisenberg che fa di tutto per farlo apparire un "ass hole", vero o presunto, a seconda dei vari punti di vista espressi nel film. Non conosco l'attore e perciò non posso esprimermi se il risultato sia dovuto ad un buon lavoro sul personaggio che gli hanno dato da interpretare, o se è proprio lui che è così. Fatto è che la storia si risolve in uno spettegolamento sulla sua vita, con alcuni fatti inventati di sana pianta (l'inesistente fidanzata che lo molla ancor prima che appaiano i titoli di testa e che cercherà di ricontattare all'arrivo dei titoli di coda), altri riarrangiati per rendere la storia più adatta allo schermo. Non capisco come mai sia piaciuto così tanto un film del genere, a me a causato solo un blando disinteresse.

Tra le cose più divertenti, la partecipazione di Max Minghella, figlio di Anthony, nei panni di un indiano (dell'India). Vabbè che ha tratti somatici un po' inusuali per un europeo (grazie alla madre) ma di indiano ha davvero poco.

Tra le letture alternative che mi sono cercato per non assopirmi durante le due frenetiche ore di azione, la più bizzara è quella in chiave di sceneggiata. "Isso" è Eduardo Saverin, interpretato da Andrew Garfield, amico di Zuckerberg ("Issa") che lo molla per "'o malamente", ovvero Justin Timberlake che interpreta Sean Parker, fondatore di Napster dalla vita dissoluta. Mal gliene incoglie a "Issa", e quando se ne accorge è troppo tardi, resterà senza il suo unico vero amico ("Isso") e si dovrà consolare con qualche miliardo di dollari che, giusta punizione, gli risultano del tutto privi di utilità.

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